Dicembre 15, 2020 Redazione MIAA

Foreste coltivate: cosa sono?

Lo sapevi che quasi tutte le foreste europee sono coltivate?
La foreste vergini (cioè praticamente incontaminate dalla presenza umana) e i boschi naturali in Europa stanno lentamente scomparendo, per essere sostituiti da foreste coltivate, nelle quali l’uomo “regola” e modifica i processi naturali attraverso l’utilizzo della selvicoltura.

LA SELVICOLTURA

Nelle scienze forestali viene definita “selvicoltura” l’insieme delle attività di “coltivazione” svolte nei boschi in grado di preservare il più possibile la qualità e la quantità del patrimonio forestale. A differenza di quanto accade nella cosiddetta “utilizzazione di rapina”, la selvicoltura provvede al prelievo del legno della foresta per fini economici e commerciali garantendone la rinnovabilità e valutandolo in termini di sostenibilità, nell’ottica di uno sfruttamento ponderato della risorsa.

Ben diversa dall’arboricoltura da legno, che si occupa delle piantagioni arboree industriali per fini commerciali, la selvicoltura si basa sulle conoscenze scientifiche degli equilibri degli ecosistemi forestali. Si occupa della conservazione dell’ecosistema forestale per mantenerlo il più possibile simile a quelli naturali, subordinando a questo scopo la quantità e qualità del prelievo di legname per usi commerciali, cercando di conciliare le esigenze economico-produttive con le esigenze di mantenimento degli equilibri ecologici, geologici e ambientali del patrimonio boschivo.

Potremmo definire insomma la foresta coltivata come il prodotto intelligente dello sfruttamento e della conservazione delle aree boschive e forestali da parte dell’uomo.

FORESTE VERGINI: UN ECOSISTEMA UNICO

Una caratteristica tipica delle foreste vergini, che le contraddistingue dalle foreste coltivate, è la presenza di legno morto. Mentre nelle foreste coltivate la quasi totalità degli alberi viene abbattuta prima della morte, nelle foreste vergini gli alberi vanno incontro ad una morte naturale, per vecchiaia, per malattia, perché attaccati dai parassiti oppure a causa di eventi naturali.

Sono proprio le grandi quantità di legno morto a consentire la sopravvivenza delle moltissime specie di insetti saproxilofagi che di esso si nutrono, specie ormai rare ed in pericolo di estinzione proprio a causa della scarsa disponibilità di legno in stato di degradazione, ma importantissime dal punto di vista ecologico. La fauna saproxilica, infatti, oltre ad essere una delle basi della catena alimentare del bosco, occupandosi della decomposizione del legno morto, restituisce i componenti delle piante all’ambiente, rendendoli disponibili per la crescita di una nuova generazione di alberi o delle piante del sottobosco e chiudendo il ciclo del nutrienti.

FORESTA VERGINE E COLTIVATA A CONFRONTO

Nelle foreste coltivate, nonostante il grandissimo impegno verso la corretta conservazione del patrimonio boschivo, è inevitabile conseguenza una notevole perdita di biodiversità. Il prelievo del legno e l’interruzione da parte dell’uomo del naturale ciclo di vita, morte e decomposizione degli alberi determina un ambiente che non riesce ad ospitare quella biodiversità di licheni, muschi, funghi e animali (p.e. pipistrelli) propria di una foresta vetusta, che per questo motivo ha un ruolo fondamentale nella conservazione della natura.
In presenza di tagli frequenti, inoltre, il suolo del bosco viene esposto sia alla luce del sole che al suo calore, causando una più rapida decomposizione della lettiera e una esposizione crescente agli agenti atmosferici, con conseguente aumento dell’erosione e diminuzione della fertilità del suolo a ogni ciclo di taglio.

A difesa delle foreste coltivate possiamo senz’altro riportare che sono in grado di fornire grandissime quantità di legno e biomasse, elementi necessari per l’economia europea di moltissimi settori, sia come materiale da costruzione che fonte di energia, oggi ampiamente rivalutata grazie alle quasi inesistenti emissioni di carbonio in atmosfera.

QUALE FUTURO?

Una foresta in salute è essenziale per la salvaguardia dell’ambiente, del suolo, delle acque e dell’intero ecosistema (pensiamo solo ai sempre più frequenti fenomeni di dissesto idrogeologico così comuni e di grande attualità in Italia), e tutte le legislazioni dei paesi europei prevedono policy e provvedimenti sempre più severi riguardanti la riforestazione dei nostri territori e uno sfruttamento sostenibile dei boschi. La stessa “industria forestale” europea riconosce ad oggi che il suo futuro è indissolubilmente legato alla protezione ed espansione delle foreste.
Quello che ci auguriamo è che la legislazione europea continui a muoversi nelle due direzioni intraprese con sempre maggior decisione: da un lato la creazione di sempre più ampie zone protette e riserve forestali (che ad oggi costituiscono in Europa il 12% della superficie forestale totale), e dall’altro un maggiore rispetto della biodiversità degli ambienti boschivi anche per quanto riguarda la gestione delle foreste coltivate, grazie anche ad una sempre più attenta valutazione degli studi e delle approfondite ricerche che arricchiscono negli ultimi anni il mondo delle scienze forestali, in grado di fornire utili indicazioni per una più corretta e rispettosa interazione fra uomo e ambiente boschivo.

 

Fonti:

Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL – Foresta naturale: biodiversità, protezione della natura
WIKIPEDIA – Selvicoltura
ForestBeat – Ente Autonomo Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise
IvanBerdini.it Il punto di vista di un naturalista
Promo_Legno – Sostenibilità e Ambiente – Foreste

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